Un rilievo fotogrammetrico viene pianificato sorvolando la zona d’indagine secondo strisciate parallele, con sovrapposizione longitudinale tra i singoli fotogrammi pari al 60% e sovrapposizione tra strisciate contigue pari al 20%.

Il processo che permette di assegnare le corrette coordinate spaziali a ciascun punto delle immagini acquisite si chiama georettifica. Questa operazione permette di trasformare un’immagine raw da un sistema arbitrario di coordinate ad un sistema di proiezione cartografico. L’accurato posizionamento spaziale delle immagini aeree dipende dalla corretta misura degli angoli di pitch, roll e heading, derivati da un’unità inerziale installata a bordo, che definiscono l’assetto dell’aereo al momento dello scatto di ciascuna fotogramma.

L’ortorettifica tiene conto invece delle distorsioni dovute all’angolo di ripresa del sensore e alla topografia del rilievo mediante l’uso di un Modello Digitale del Terreno (DTM) della zona di interesse. Il DTM permette di trasformare la proiezione dell’immagine in modo tale che nell’immagine corretta ciascun pixel appaia come osservato da una posizione ad esso perpendicolare.

Si ottengono in questo modo delle ortofoto, cioè foto aeree geometricamente corrette (otorettificate e georiferite). Un’ortofoto può essere quindi sovrapposta alle cartografie digitali e può essere usata per misurare distanze reali, in quanto essa raffigura un'accurata rappresentazione della superficie della Terra.